La notte così fragile
così t’affidi
alla nostra cura.
È l’olio nel guscio della lampada appena
spreco?
Non che presuma, devo proprio
nell’era dall’unico labbro dimentico
della festa del molteplice danzare
esausto – copio, consegno
la parola persa, sale certo e feccia
del tuo calice, ma senza troppo
sprezzo di chi torna ora m’accorgo
quale pallido corpo fluttuante
da videogiochi, dai loro apericena
schiantato sotto la luce fitta dei led
che inaudito mendichi, in un fremito
attenzione.