© Fotografia di Dino Ignani

Claudio Damiani – Inediti

Claudio Damiani ha pubblicato vari libri di poesia tra cui La mia casa (Pegaso, 1994, Premio Dario Bellezza), Eroi (Fazi, 2000, Premio Montale), Attorno al fuoco (Avagliano, 2006, Premio Luzi) Sognando Li Po (Marietti, 2008, Premio Lerici-Pea), Poesie (Fazi, 2010, PremioLaurentum) Il fico sulla fortezza (Fazi2012, Premio Camaiore, Premio Brancati), Cieli celesti (Fazi, 2016, Premio Tirinnanzi), Endimione (Interno Poesia, 2019, Premio Carducci), Prima di nascere (Fazi, 2022, Premio Viareggio)È stato tra i fondatori della rivista Braci (1980-84) e, nel 2013, di Viva, una rivista in carne e ossa. Nel 2016 ha pubblicato il saggio La difficile facilità. Appunti per un laboratorio di poesia.

 

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Se penso adesso, sdraiato, in un momento di quiete,
mi sembra di non aver scritto niente
e neanche vissuto
mi sento come appena nato,
come un uccello del cielo
che vola senza sapere di volare.
Se poi continuo a pensare
appaiono delle cose:
i vivi, ho visto loro,
esseri della natura, creature
animate dalla vita
come una luce negli occhi
e bellissimo il corpo,
forme e colori stupendi
tutti come fiori, farfalle,
anche le creature con meno colori
accesi, noti la nobiltà delle forme
e, anche dei colori spenti, l’incredibile eleganza,
noti la complessità impressionante
loro, anche delle creature più piccole,
e, ogni volta, l’unità di stile
meravigliosa, la fantasia del disegno
e la potenza del dettato, e poi,
come dicevo prima, quell’incredibile luce
degli occhi, quella luminosità
del movimento, quella nobiltà
dei gesti e delle pose,
così mi dico: sì
è come se non avessi vissuto
ma ho visto quella luce
e non la dimentico.

 

*

 

Stando in silenzio, seduto
ho sentito una forza.
Non ero io che me la davo
non veniva da me.
Non ero io che mi facevo forza,
questa cosa veniva
non so da dove.
Tutte le angosce erano svanite
ero tranquillo.
Ma non era solo che ero tranquillo
era di più
ero forte.

 

*

 

Sì guarda noi siamo qua ma non sappiamo chi siamo
chi ci ha mandati e che missione abbiamo
ci rendiamo conto di esistere
e che c’è un mondo intorno a noi
interagiamo tra noi e con il mondo
ma ti ripeto, non sappiamo un accidente,
solo ipotesi,
ci siamo dati un nome e delle leggi
ma è tutto campato in aria.
Le abbiamo pensate tutte
ma non abbiamo cavato un ragno dal buco
siamo capaci solo di fare delle macchine
con le quali non si sa bene che dovremmo fare
possiamo curarci ma la nostra vita è sempre molto incerta e breve,
vengono continuamente nuove malattie
poi non sappiamo stare in pace, siamo sempre in guerra
e ci ammazziamo tra di noi,
abbiamo delle armi terribili che potrebbero
distruggere il pianeta nel quale viviamo
e ci potrebbe essere, da un momento all’altro,
sempre qualcuno pronto a farle esplodere,
aggiungi che non tutti hanno sufficiente cibo
per sopravvivere, e inoltre
immettiamo nell’ambiente molti inquinanti
per cui il nostro mondo sta diventando invivibile
e in tutto questo non abbiamo verità, punti fermi
andiamo avanti a casaccio
una volontà di vivere, di non morire ci domina
una volontà di crescere, moltiplicarci
non si sa perché, così viviamo, ma
ripeto, senza un perché
solo per un istinto animale,
vorremmo occupare altri pianeti, dilagare
in tutto l’universo.
Forse un motivo c’è ma non lo sappiamo
non so se sapremo un giorno qualcosa,
dovremmo amarci e volerci bene almeno fra noi
ma anche questo è molto difficile
ognuno cerca di sfangarla come può.
Ci sono delle cose incredibilmente belle
che ci fanno pensare a un ordine
a qualcosa di sacro, divino
qualcosa di oltre il tempo, qualcosa di infinito,
davanti a queste cose ci illuminiamo
e ci sentiamo infiniti,
nella nostra precarietà sentiamo che c’è qualcosa
che va oltre la nostra precarietà
come un messaggio del cielo
come se qualcuno volesse dirci qualcosa
che ci dà forza e sicurezza,
ci fa capire chi siamo, e come apparteniamo
a qualcosa di immenso, anzi di infinito
che non possiamo comprendere
ma che c’è.

 

*

 

Non ci si capisce molto
anzi, diciamolo in tutta sincerità:
non ci si capisce un cazzo.
Siamo qua, non si sa perché,
a fare cosa, non si sa,
stiamo qui e viviamo,
lasciamo che la vita scorra
ci diamo da fare per stare al meglio
anche se in molti casi stiamo al peggio,
amiamo i conflitti, i casini,
anche perché così ci dimentichiamo
del conflitto principe, del casino principe:
l’esistenza.
Eppure il cielo è bello, e la luce sulle cose
e le creature, gli animali, le piante,
gli uomini anche sono belli
e vorremmo abbracciare tutti, ogni cosa, ogni atomo,
vorremmo stare in ogni luogo, in ogni tempo,
vorremmo vivere vivere vivere
e ce ne stiamo qui, ognuno in una stanza, solo,
sentiamo gli attimi che scorrono e vorremmo acchiapparli
ma mentre ne acchiappiamo uno, ne è uscito un altro
e sentiamo gli attimi scorrere dentro di noi
e anche noi scorriamo in una corrente che non sappiamo
dove ci porti, ma ci lasciamo andare
perché altro non si può fare
e mentre andiamo guardiamo chi ci è vicino
dando a lui un fiore o una parola bella
e ricevendo anche noi fiori, parole,
ci salutiamo come chi da un treno
a un altro treno in un altro binario,
il treno passa e negli scompartimenti
ai finestrini vediamo persone sedute
che ci salutano, con dentro ansie, sorrisi,
noi nel guardarli siamo immensamente tristi
e felici, e tutti andiamo
senza sapere dove, e ci salutiamo
e siamo molto gentili e sorridiamo
e anche piangiamo sventolando fazzoletti
e ci abbracciamo e stringiamo le mani
ai finestrini, come dovessimo partire
per una guerra e non più ritornare.

 

 

© Fotografia di Dino Ignani