Claudia Maria Franchina – Inediti

Claudia Maria Franchina nasce a Vercelli nel 1990, è laureata in Filosofia e in Filologia Moderna, Classica e Comparata. Nel settembre del 2021 Eretica Edizioni ha pubblicato la prima silloge poetica intitolata Cenere Organza, a dicembre dello stesso anno è uscito per Macchione Editore il racconto breve L’attesa; a settembre del 2022 è stata pubblicata per i tipi Nulla Die la seconda raccolta di poesie, Erebo.

 

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Conoscevano ben poco dell’altro
ancora meno di sé stessi eppure
per loro vivere era luce – il gioco

uno a cinque del tamburo – rivoltella

alla tempia, la testa contro il cuore –
che il rischio è in ogni cosa, anche l’amore
dalla coscia a salire – un tocco un gemito

si spezza nella gola e toglie amore.
Amarsi muti senza voglia, altare
dove morirsi dentro – e poi sparare.

 

*

 

Vitale cuspide hai linfa nera
dalla petrosa cassa batti il tempo
lento e la valanga che porta l’eco
di acqua esule in sciabordio eterno.

 

*

 

Mi concede questo ballo, signorina?
La serata è troppo breve ed il suo volto
è il gioiello della vita mia più caro.
Ho esitato troppo per goderne ed ora
ci unirà per gioco un arco di commiato.
Oltre agli occhi scuri dove fiamma è puro
inganno, il miele, per lei ogni mia brama,
ogni visione, requie disfatte,
il pallore greve – ché al suono di questo
valzer troveremo lei ed io, insieme,
la storia di un tempo che fu nostro
solamente.

 

*

 

A Letizia Battaglia

Il primo scatto non si scorda mai
la corsa a rompicollo della vita.

Sdraiato sopra l’erba aveva il fango
tra le dita ed un foro nella nuca.

Al banchetto il ronzio di mosche bianche
come donne che in lutto vagolavano

da giorni, senza lingua testimoni
affrante del peccato e del mandante.

 

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The cockcrow[1]

 

Il gallo canta
la notte cala
si stagliano ombre
su una strada di lava.

Tre spettri bianchi
due mostri neri
un cane morto
e due bicchieri.

Tre finestre
in cui guardare
ed una porta
da attraversare.

 

 

 [1] Titolo del quadro dipinto nel 1946 da Leonora Carrington.