La bellezza rimase impigliata
sullo sfondo, intuita in controcampo,
sfuocata da un eccesso di luce.
Somigliava a una metafora mancata,
con buona pace di chi affermava
fosse troppo generico il termine
bellezza.
L’intenzione era dichiarata
da una competente voce fuoricampo,
ma lo svolgimento della trama
non appariva chiaro del tutto,
neppure l’epilogo, consumato
al fianco di un autobus in partenza
per una città il cui nome evocava
distanze difficili da colmare.
Non rimasero che le interpretazioni
dei fatti, da cui avremmo tratto, ognuno,
le opportune conclusioni. E i segni?
Dovevamo interpretarli?
Evitare di ignorarli?