Bruno di Pietro – da “Impero”

bruno di pietro

Bruno di Pietro (1954) vive e lavora a Napoli. Ha pubblicato: Colpa del mare (Oedipus Salerno-Milano 2002); [SMS] e una quartina scostumata (D’If, Napoli, 2002); Futuri lillà (Ibid., 2002); Acque/dotti. Frammenti di Massimiano (Bibliopolis, Napoli 2007); Della stessa sostanza del figlio (Evaluna, Napoli 2008); Il fiore del Danubio (Ibid., 2010); Il Merlo? maschio (Laboratorio di Nola 2011); Minuscole (Il laboratorio di Nola); è presente nelle antologie Mundus. Poesia per un’etica del rifiuto (Valtrend, Napoli 2008); Alter Ego, Poeti al MANN (Napoli, Errico Ruotolo, 2012); Opere 1961 – 2007 (Fondazione Morra, Napoli, 2012). Con Gabriele Frasca, Mariano Bàino e Nietta Caridei ha fondato la casa editrice d’If.

Bruno Di Pietro
da Impero
(in uscita il 9 febbraio 2017 per Oèdipus Edizioni)

bruno di pietro 03

Dal Libro Terzo

XXXVII.  Il ponte sul Danubio

Mi serve un’arma che non sia un’arma
ma un deterrente
per quell’impertinente di Decebalo
che non rispetta i patti.
Le sue scorribande sul Danubio
mi rendono insofferente.
Meriterebbe certo un’altra guerra
ma non la vorrei sanguinosa:
ti chiedo quindi Aboudat un’opera meravigliosa:
il più grande ponte mai costruito
di cui per sempre resterà memoria.
Un ponte dove fortificati a monte e a valle
migliaia di soldati possano passare
in un tempo che nemmeno si può immaginare.
Né mai più si potrà dire
che quello non è il confine dell’Impero.
Risolto questo affare
non mi vorrei più occupare di fiumi.
Vorrei rivedere il mare
quello della nostra gioventù
quello della Persia
che insieme abbiamo più volte sognato.

bruno di pietro 01

Dal Libro Quinto

LI.  “Se tutto il tempo oggi venisse”

Se tutto il tempo oggi venisse
per tentare di venderti il futuro
non prestargli fede,  sta sicuro
solo nel presente ci sono stelle fisse
vana promessa è la vita eterna
il regno nei cieli è un’illusione
domani lascialo in dote alla sorte
(e pensa ogni giorno alla tua morte).

LVII.  Il canto del gallo. Marco Aurelio a Vindobona

Ho sentito il canto del gallo.
Un pallido sole giallo nato già morente
invade la nebbia che copre Vindobona.
Suonano le acque che trascorrono nel fiume
mi guardano e mi turbano.
Non sono Seneca e non ho Lucilio
solo l’acqua fa da specchio alla melancolia.
Così scrivo a me stesso: è terapia
ribellione alla tirannia del presente.

Oggi sarà un giorno speso bene
mi curerò di me solo e non degli altri.
Ho eluso le guardie.
Sono uscito dall’accampamento
per guardare negli occhi il mio tormento:
un vento ineludibile viene da settentrione
lo culla la betulla l’irrobustisce il pino.

Quanto povera è la filosofia!
Vorrei essere poeta per estinguermi nel canto.
Ho visto il quasi niente e il non ancora
ora e nell’ora della mia fine.


Bruno di Pietro (1954) vive e lavora a Napoli. Ha pubblicato: Colpa del mare (Oedipus Salerno-Milano 2002); [SMS] e una quartina scostumata (D’If, Napoli, 2002); Futuri lillà (Ibid., 2002); Acque/dotti. Frammenti di Massimiano (Bibliopolis, Napoli 2007); Della stessa sostanza del figlio (Evaluna, Napoli 2008); Il fiore del Danubio (Ibid., 2010); Il Merlo? maschio (Laboratorio di Nola 2011); Minuscole (Il laboratorio di Nola); è presente nelle antologie Mundus. Poesia per un’etica del rifiuto (Valtrend, Napoli 2008); Alter Ego, Poeti al MANN (Napoli, Errico Ruotolo, 2012); Opere 1961 – 2007 (Fondazione Morra, Napoli, 2012). Con Gabriele Frasca, Mariano Bàino e Nietta Caridei ha fondato la casa editrice d’If.

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