Attese

Sullo zerbino l’impronta e,

contro il vetro, l’alone di mani infantili

che ci somigliano.

Pare anche sia un martedì della settimana

passata

o di un anno fa quando la primavera

respirava nei cortili

con i canti, le rincorse, i richiami

sospesi

nell’incessante frenesia.

 

Adesso l’eco risuona in sordina,

travolge ritrosie,

cede un po’ del suo livore

e finalmente scuote e sale

mentre lei ritorna prima di cena,

passeggia inquieta, accalorata,

dall’ingresso al soggiorno

con il suo cappotto aperto,

il ciondolo al collo a forma di vera.