ATELIER 76 – GENNAIO 2015 – “Tradurre tradendo”

 ATELIER 76

 

Editoriale

 

Sono passati tre anni dalla pubblicazione dell’antologia, curata da Matteo Fantuzzi, La generazione entrante, che ha raccolto la testimonianza di 15 poeti nati negli Anni Ottanta.

Personalmente sono stato colpito dal livello di questi autori, i quali, per molti versi, segnano la defini- tiva chiusura del
“novecento” (la “n” minuscola testimonia l’abisso in cui eravamo caduti nella seconda meta? del secolo scorso) e la consacrazione di un nuovo modo di intendere la scrittura in versi.

Gia? Marco Merlin nell’editoriale dal titolo Il Novecento in liquidazione del n. 5 (marzo 1997) aveva salutato con gioia il cambiamento, auspicando il passaggio a una nuova fase della poesia italiana. E che la poesia italiana sia cambiata, è visibile dal confronto tra le pubblicazione dei diversi periodi.

Ma i danni compiuti dal “novecento” sperimentalista non sono ancora stati sanati. Basti considerare la disaffezione del pubblico dalla poesia contemporanea confinata nei reading per addetti ai lavori e nelle riviste specializzate, emarginata dalle grandi case editrici, dalla maggior parte dei corsi universitari, dai programmi scolastici, dalle biblioteche domestiche. Non esiste la consapevolezza che in Italia oggi si stanno pubblicando lavori di grande qualità artistica.

Dobbiamo accontentarci di restringere il nostro orizzonte comunicativo a pochi lettori oppure lottare per testimoniare che il clima e? cambiato? Dobbiamo rassegnarci che una delle più importanti manifestazioni dello spirito umano venga accantonata dalla coscienza comune oppure impegnarci per “svegliare l’aurora”?

 

Qualcuno potrebbe obiettare: «Ma oggi nell’era tecnologica a chi interessa leggere poesia?». Una simile domanda e? non solo lecita, ma anche logica, visto il disinteresse generale. Eppure la realtà non rispecchia questa conclusione. Non è vero che non si legge più poesia, non si legge più poesia contemporanea. Ma anche questo è vero fino a un certo punto: non si legge poesia contemporanea quando non raggiunge una visibilita? pubblica. E, quando si giunge, il risultato è completamente differente, come indicano molti segnali. Ne cito uno solo: il sito della rivista, rinnovato dal solerte impegno di Fabiano Alborghetti e dal suo gruppo, dal 6 gennaio al 14 settembre 2014 ha visto un milione (dico un milione) di pagine visitate da tutto il mondo e nel giorno 8 dicembre si sono verificati 32.000 contatti.

Quindi, esiste fame di poesia e, se esiste, occorre anche lavorare perche? entri nella percezione generale che i giochi linguistici, le trovate intellettualistiche, le metafore astruse sono confinati nel passato e che oggi si scrivono versi capaci di aprire orizzonti di comprensione sul mondo in cui viviamo.

L’Opera comune. Poeti nati negli Anni Settanta (1999) ha tracciato la via, che i giovani nati negli Anni Ottanta, stanno percorrendo con prudenza, preparazione e trepidazione.

 

Non si cercano “aureole” o riconoscimenti, si lavora per accrescere il livello di umanità.

A tal fine la nostra rivista opera su due binari: online e sulla carta, due pentagrammi di uno spartito per pianoforte: stessa armonia, stessa melodia, stessa apertura dialogica, stesso desiderio di coinvolgimento.

Prossimamente «Atelier» entrerà nel ventesimo anno di attività; si rende, pertanto, necessario un primo bilancio che consiste nel recupero del patrimonio di idee, di proposte e di studio elaborato, perche? la cadenza trimestrale, se da un lato permette una presenza attiva nel dibattito letterario, dall’altro proprio per la sua essenza “frammentaria” impedisce a chi non si trovi nelle condizioni di averne seguito l’intero sviluppo, di cogliere lo sguardo complessivo di un progetto formulato con chiarezza fin dall’editoriale n. 1 (aprile 1996) scritto da Marco Merlin. Per questo motivo abbiamo deciso di pubblicare i primi 50 numeri sul nostro sito e intendiamo diffondere sia online sia su carta gli studi che si stanno sulla rivista, tra i quali segnaliamo la “rilettura” della poesia del Novecento da Corrado Govoni ai poeti nati negli Anni Ottanta.

Il nostro “laboratorio” continua ad essere aperto a chiunque intenda offrire contributi di dialogo, di idee e di attivita?. Il terreno è stato dissodato, i semi sono stati gettati, il grano inizia a germogliare. Oltre alle cure di una rigogliosa crescita si apre la necessita? di rendere visibile il campo. Troppe persone vi passano accanto, ma non sanno trovare lo sguardo illuminato, capace di vedervi la vita, l’entusiasmo e le prospettive.

E? un invito, un ideale, un sogno e un impegno.

 

Giuliano Ladolfi

 


 

INDICE DEI CONTENUTI (Atelier nr. 76; Gennaio 2015)

        Editoriale
  5 – La generazione entrante
. .. …Giuliano Ladolfi

  7 – In questo numero
.. .  ..Guido Mattia Gallerani

        Dossier
        Tradurre tradendo
  8 – Arturo Domenico Ingenito / Al Berto
13Tommaso Di Dio / Thomas / Donne / Yates / Pound
20 – Marco Bini / Robert Frost
26Giuliano Ladolfi / Tradire Verlaine (presentazione tradotta in francese da Giulio Greco)
      

        Tremila parole per la poesia. Una rubrica aperta di critica militante
35 – Ero bambino da millenni: Addio mio Novecento di Aldo Nove
        Valentino Fossati
39 – TALAMIMAMMA, poesia bambina

        Milena Niccolini
  

        Saggi

48 – La mistica negativa nella prima produzione in prosa e

        nella poesia di Cristina Campo (seconda parte)

        Laura Marino

 

        Voci

        Giovanni Orelli, “Undici poesie”

68 – Presentazione di Yari Bernasconi
69 – Testi

 

       Agostino Cornali, “Camera dei confini”

76 – Presentazione di Tommaso Di Dio

77 – Testi

 

       Lucy K. Holt, “Antipodale”

86 – Presentazione di Eleonora Bello, Francesca Benocci

88 – Testi

 


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