Anna Maria Di Brina – Inediti

RitrattoAAnna Maria Di Brina (Roma, 1973) giornalista, vive e lavora in Svizzera. È stata redattrice per diverse case editrici italiane (Il Sole 24 Ore spa, Franco Angeli srl) e collaboratrice di varie testate in Italia e all’estero («la Repubblica Viaggi», «Week-end Viaggi», «The New Statesman», «L’Agenda»). Suoi racconti e poesie sono apparsi in raccolte antologiche (tra le quali L’Arte di perdere, Algra 2016, Aurore, Zenith, 2017, Antologia del Premio M. Yourcenar 2016 e 2017, Antologia del Premio Alda Merini 2017). Ha scritto e illustrato nel 2017 il suo primo libro di poesie Rosa come coccodrillo, Algra editore, finalista al Concorso Mario Pannunzio e al Premio Cumani Quasimodo. La raccolta di versi All’orizzonte, i fari è uscita nel 2018 per La Vita Felice editore.

Anna Maria Di Brina 

Appuntamento alla felicità

Voglio dare appuntamento alla felicità
coi grappoli di uve profumate
aspettarla fino a quando non verrà
sorriso delle cose conquistate.

Voglio spazzar la pelle d’incompiuto
bagliori sprigionare dal passato
stirarmi come cucciolo pasciuto
che al sole affidi il muso ristorato.

Tepore bere all’aria primavera
con grata fronte e liberi pensieri
profilo ritagliare sulla sera
ombre alte d’uccelli passeggeri.

Mi troverò sul luogo del ritrovo
guardando avanti, tesa nell’incontro
ardore liquefatto su cui muovo
passi di nebbia, a volte senza incanto.

Voglio sperare di prenderla a sorpresa
al volo come fosse una colomba
nel petto sprofondarla con l’intesa
che resti, come l’onda sulla sponda.

Che l’anima assetata di sereno
s’accomodi sul ciglio della porta
appuntamento al segno arcobaleno
basta che sia, il resto non importa.

*

Ti tengo

Ti tengo
come filo vagante d’aquilone
corda tesa trama
di ragno in alto tra le fronde
     – guarda e aspetta piana
     che tutto sperda.

Ma tu non sperdi,
     tieni
colori smerigli alla luce
perenne –
cielo
ai primi e ultimi azzurri.

 

Poesia che vieni
     mi tieni
tesa alle voci sul filo
del piano trasformarsi delle cose.

Parole
generose
echi dal fondo che barbaglia
e su e giù all’aquilone rende
scaglie d’estatico sole.

Qui nel mezzo creata
     attendo
catturate luci.


Fotografia di proprietà dell’autore.