Ánghelos

Ánghelos

Conosceva tutte le parole del mondo

e persino tutti i nomi possibili di Dio,

tutti i numeri e le loro infinite combinazioni,

i movimenti degli astri visibili e invisibili,

le note d’ogni suono e tutti gli armonici

risuonavano in lui in perfetti intrecci,

d’ogni volto leggeva l’anima nascosta,

d’ogni amore e d’ogni dolore era arpa,

osservava tutto con grande stupore,

e non capiva, non capiva, da millenni

perché tutto veniva annientato sempre

dall’infinita ferocia dell’uomo contro l’uomo.

 

Camminava tra corpi straziati, nelle città

e nelle campagne bruciate, accarezzava

i bambini tranciati e i vecchi sconvolti,

le donne lacerate e gli uomini crivellati,

gli animali ignari squarciati e divorati,

sollevava lo sguardo verso il cielo scuro

e non capiva, no, non capiva ancora,

mentre l’aria si tingeva di rosso e mille

esplosioni d’intorno gridavano il suo:

“Perché?” Nessuno rispose e dopo fu

soltanto un silenzio che bruciava,

e l’angelo restava là, nonostante tutto.