Andrea Breda Minello “Yellow” (Oèdipus edizioni, 2018) – Lettura di Clery Celeste

minellocoverAndrea Breda Minello “Yellow” (Oèdipus edizioni, 2018)

Lettura di Clery Celeste

Incontro Andrea Breda Minello dopo esserci scritti per lunghi mesi, mesi in cui abbiamo parlato di poesia e di vita, dell’amore che abbiamo per la parola, che ci stringe in un confine tutti i giorni. Della parola poetica che per ognuno ha un ruolo diverso, affonda in ferite differenti, porta alla luce un bene antico. Quando incontro Andrea sento di nuovo scorrere il suono delle sue parole, quelle di Yellow, quelle con cui l’ho conosciuto.

Yellow (pubblica Oedipus edizioni, 2018) è un libro d’amore. Breda Minello è capace di scomporre in poesia l’amore, di frazionarlo in infinite forme e colori con uno sguardo di consapevolezza cruda ma allo stesso tempo di speranza antica. Una poesia la sua che è richiamo al bene, a una forma di atavica fiducia.

E cercarti in ogni onirico
dove
         come il biancore della gola
e mietere seme per l’umana gloria.

I testi di Breda Minello fanno bene, portano al bene. Richiamano una speranza e uno slancio che attualmente fatichiamo anche solo a tentare. La parola per Andrea è un canto che si fa preghiera, nel suono si cerca la risalita verso la luce, verso una forma più pura del bene. Una forma assoluta, anche se espressa in un singolo e unico istante, anche se attraverso l’uomo. “Serve una corda di iuta in attesa/ di chi cederà per primo – / Ma chi salverà il lupo dal suo stesso fuoco?” L’uomo è divino e insieme bestia, dentro di lui abita un fuoco che può salvare e divorare con le fiamme nello stesso istante. Stessa cosa vale per il poeta, la fiamma non è domabile, non ci appartiene mai. L’equilibrio è sottile, sottilissima la linea tra amore e dolore, dove sta l’una e dove sta l’altro, forse il compito di chi scrive è anche questo: slabbrare i confini, restituirci una visione consapevole di tutto quello che l’uomo contiene in sé.

Yellow è però anche una poesia che sfonda le porte dell’arcaico, del mistero. Apre i varchi alla dimensione del mito. La parola assume il significato primario di segno, di segno come segno divino, si entra nel terreno incerto e sussurrato del non visibile. Breda Minello in queste poesie ci parla a bassa voce, si teme la potenza del bene come la potenza del male. La parola ha il potere di far accadere le cose se pronunciata, ha valore di legge cosmica, tutto richiede un equilibrio, un giusto sacrificio tra le forze.

Bisogna acquisire gli strumenti
più adatti a solcare
l’universo

prima di tuffarsi a piene mani
nell’irrazionale

al fine di non ardere anzi tempo

La poesia di Breda Minello è anche una poesia di incontro. L’incontro nel suo vero significato dentro ha anche il suono dello scontro. Ci si imbatte sempre in qualcosa che pare altro da noi, che ha un altro corpo, una altra superficie di pelle che chiude un universo al suo interno. L’incontro d’amore ha il potere magico della creazione: si generano universi. “Non potendo negare il desiderio/ si smarrisce tra gli asteroidi/ l’atto/ ricreatore di universi mondi/ e dispersioni di membra e/ linfonodi.” Leggere Yellow provoca una sensazione di pace, la parola si spreme in un atto di consapevole speranza, di estrema dedizione all’attesa. Una poesia anche sensuale, che sfiora il limite erotico senza mai sfociare nel banale e nel goffo. La seduzione è strettamente connessa all’amore, non si ha il desiderio del corpo senza il desiderio bruciante dell’altra anima. Corpo e cuore si svuotano dei limiti della carne, diventano soli, astri, eterne stelle brucianti, l’incontro fa esplodere galassie intere. L’amore poi è qualcosa che ci strappa la speranza e la porta a netta volontà, ha il potere magico di riempire lo spazio siderale tra desiderio e volontà. L’amore però si porta appresso anche la paura, la forza generatrice può anche essere terrificante, distruggere ed essere impietosa. Ecco che Yellow è un canto d’amore, la parola si piega al rito, alla preghiera verso un bene che possa anche non durare, ma almeno accadere.

Resti vago
parli solo per accenni
ed io cedo
proferisco anche quando non devo

Allestiamo un simposio siderale
per notti parallele
e disuguali

Se solo lei volesse…
Se solo tu vuoi, io sono qui…

Fingi per seduzione di poli avversi

Ma in fondo lei di cosa parla
cosa desidera realmente

Ho paura di divenire sale
irrorato per la tua
fame