Alessandro Mazzi – Inediti

Alessandro Mazzi (1990) è filosofo, editor e traduttore editoriale. Scrive per diverse testate. Esordisce con Il Crisomallo (Edizioni Volatili, 2022). Per l’Italian Institute for the Future ha curato Filosofie del Futuro (IIF, 2020). Suoi scritti sono apparsi in La Radice dell’Inchiostro (Argolibri, 2021) e TINA. Storie della grande estinzione (Aguaplano, 2020). Ha tradotto Più brillante del sole (Not, 2021). Sue poesie sono uscite su Inverso e Anterem. Si occupa di filosofie orientali, immaginazione sacra, antropologia e mito.

 

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Non c’è più un mondo
ma un tempo che scalda
la siepe,
rovinose vene ramificano
sugli scogli del dolore,
scaviamo un silenzio eroso
gettato in un vaso
di foschia

 

*

 

Risplende la voragine increspata
dagli arazzi della pietra,
tra le pareti di roccia
incise dalle orme dell’epoca
mi lancio dal ciglio
seguendo i balzi dei caprioli

 

*

 

Ogni duna innalza un monastero
ti sussurra qui, è qui
la preghiera prima delle mura,
il gelso riarso dal miraggio
sfiorato dal mandorlo in fiore,
la promessa della primavera
l’oasi il canto del lamassu

 

*

 

Il tetano dei ricordi
offerto al dio delle giare,
mai più la purga chiederà
la vertigine dei martiri
ma la compassione dell’animale
che sempre dona il nudo

 

*

 

Al cervo albino lascio
la mia pelle rubino,
una corona di dèi
ornerà il tuo capo,
ogni chiazza sul corpo
l’aureola dei santi

 

*

 

La carne del dio è l’àncora
gettata a fermare i continenti
da cui il vascello dei radiosi
canta le glorie delle nubi,
voce del cherubino è l’onda
e il terremoto che scuote
l’identico

 

*

 

Il tridente si eleva con braccia ardenti,
l’ira è la compassione del cantore,
la discriminazione dei sapienti
non teme l’incendio della piuma,
la visione è una spada
nelle viscere del vuoto

 

*

 

Specchiato nel lago primordiale
camminano sull’acqua le vacche
che guadano gli argini del mondo,
il re di sé stesso contempla la mandria,
il sorriso del Beato attende che ti volti