Michele De Virgilio – tre inediti

de virgilio

Michele de Virgilio è nato il 24 Marzo 1988 a Molfetta, dove vive e lavora. Laureatosi in tecniche della riabilitazione psichiatrica presso l’Università degli Studi di Bari, nel 2010 pubblica per Sentieri Meridiani (Fg) una silloge poetica dal titolo “Ho visto uomini cadere” (Testi scelti da Daniele Maria Pegorari, Menzione speciale al Premio Nabokov del 2011). Sue poesie compaiono in diverse riviste e antologie poetiche (Sentieri Meridiani, Stilo Editrice, Giulio Perrone Editore). Nel 2013 viene menzionato tra i giovani pugliesi più degni di attenzione nel saggio del 2013 “A Sud del sud dei santi”, Lietocolle, a cura di Michelangelo Zizzi. Nello stesso anno, un suo racconto arriva finalista al premio John Fante e con la poesia “Aspettando che esca il verde” si aggiudica il secondo posto della dodicesima edizione del Premio Nazionale Natiolum. Oltre a lavorare in diverse comunità psichiatriche, nel tempo libero ha modo di curare diverse rubriche letterarie.

Michele De Virgilio
(inediti)

*

IL CERVELLO UMANO

Studi recenti affermano che
i canarini adulti smettono di cantare
in autunno e ricominciano
in primavera
perché
in autunno muoiono alcuni neuroni
dove i canarini conservano
le loro melodie.

E in primavera nascono
nuovi neuroni crescono
in quegli stessi punti. E’ il processo
detto della neurogenesi e dipende
esclusivamente dalle staminali
nel cervello.

Forse è per questo
che Paolo si zittisce
quando cadono le foglie
e il tavolo perisce.

Ma nuove note suoneranno
nuove note arriveranno
nella sua testa
e lesta sarà
la fantasia
per chi lo aspetta.

*

DA UNA LETTERA RITROVATA NELLA FEDERA DI UN CUSCINO DEL REPARTO DI PSICHIATRIA MASCHILE

Tra poco chiuderò gli occhi.

E so già
che il mio corpo di muschio verde,
dalla realtà cadrà nel sonno.
Qualche mano di donna lo sfiorerà, forse
lo sguardo di mio padre
asciugandomi le lacrime, mi guiderà.

Qualcosa alla quale avrò tenuto molto,
mi assisterà nell’attesa di riscrivere il tempo.
Si sa, non è mai facile l’impresa
di cambiare la faccia al vento.

Prima, per ogni bisbiglio di morte
solevo arroventarmi nel fuoco.
All’epoca non capivo
che persino il più grande degli enigmi
potesse essere iscritto alla griglia
delle promesse future.

Ricordo
che la mia unica salvezza la intravidi nell’arte:
quel rifugio degli uomini liberi
dove un sole non è mai solo un sole,
e una donna non è mai una donna,
ma qualcosa di più.

Tra poco chiuderò gli occhi.

E so già
che ai vivi sembrerò un morto.
Ma siccome lo appresi, e chiaramente
che non vi è morte per chi sa sorridere,
ho deciso che mi addormenterò ridendo.

*

FACCE

Tante facce sono passate davanti ai nostri occhi
quante gli occhi che hanno veduto le nostre facce.

Solo per noi sono cresciuti gli alberi, i figli, i corsi d’acqua.
Solo per noi sono cadute le stelle, le mele, le cascate.

I posti
che visitammo
non ci sono più o sono
cambiati
radicalmente.

Resta quello
che attraversò la nostra mente:
il daino, lo zaino, l’acqua corrente.


Michele de Virgilio è nato il 24 Marzo 1988 a Molfetta, dove vive e lavora. Laureatosi in tecniche della riabilitazione psichiatrica presso l’Università degli Studi di Bari, nel 2010 pubblica per Sentieri Meridiani (Fg) una silloge poetica dal titolo “Ho visto uomini cadere” (Testi scelti da Daniele Maria Pegorari, Menzione speciale al Premio Nabokov del 2011). Sue poesie compaiono in diverse riviste e antologie poetiche (Sentieri Meridiani, Stilo Editrice, Giulio Perrone Editore). Nel 2013 viene menzionato tra i giovani pugliesi più degni di attenzione nel saggio del 2013 “A Sud del sud dei santi”, Lietocolle, a cura di Michelangelo Zizzi. Nello stesso anno, un suo racconto arriva finalista al premio John Fante e con la poesia “Aspettando che esca il verde” si aggiudica il secondo posto della dodicesima edizione del Premio Nazionale Natiolum. Oltre a lavorare in diverse comunità psichiatriche, nel tempo libero ha modo di curare diverse rubriche letterarie.

Fotografia proprietà di Davide Pischettola