
Marco Esposito (Bari, 1977) opera nello spettacolo svolgendo il lavoro di tecnico del suono e attività di musicista e autore. Nel corso degli anni ha annoverato qualche partecipazione a pubblicazioni discografiche. Ha sempre scritto liriche, soprattutto correlate al suo percorso musicale. Nel 2020 pubblica per Eretica Edizioni la sua prima silloge poetica, dal titolo Prima di spegnersi.
I cervi a San Lazzaro tornano ignari
di fronte a quella che era casa tua –
lo ricordi e non occorre pronunciare
che anch’io qui non abiti da tempo
e questo è solo uno dei nostri ripari.
Non diciamoci nulla, non feriamoci più
nella ricerca di cibo nuovo aria di sera
e anche la serica nebbia negli occhi
stanchi e dischiusi si ammanta di pace.
[aprile 2020]
*
Chiara insegna la foglia opaca
sul canto del regolo come telegrafo
e lacrima di resinosa memoria
il volto incline al sole di settembre.
Qui si imprimono le nostre vite
sulla selce e nei baleni
e sul carbonio ostile del diamante
saremo avvinti come cirri nel vento.
Che sia a sud o in Fennoscandia
ma dove non vorreste riprendermi.
[agosto 2020]
*
Di gambe lunghissime è questa fuga
e tendini da sbrogliare nei rettilinei
che mancano al sangue.
Ho cucinato per te senza conoscermi
il mio sguardo era docile al vino,
tagliandoci i capelli per sempre a vicenda
si rideva e ci si ravvedeva nel danno compiuto.
Il corpo mio cambiava il tuo sempre fresco
rimaneva nel fottuto scherzo del tempo,
dove il giorno finiva presto nella notte eterna
e nell’anarchia dei pasti e della carne.
Mia madre piangeva al telefono come temendo
di rivedermi tardi – riposati di tutto il tempo
mai dormito – diceva ma continuo a non dormire
e di giorno corriamo tutti in strada per la gioia.
Gli anni si contano ora in queste scarpe.
[aprile 2020]