Ivan Fedeli – da “La meraviglia”

FEDELI 01Ivan Fedeli (1964) insegna lettere e si occupa di didattica della scrittura. Ha pubblicato diversi percorsi poetici, tra cui Dialoghi a distanza in Sette poeti del Premio Montale (Crocetti), Virus ( ed. Dot.Com.Pres.), A bassa voce (Cfr. edizioni). Per i tipi di Puntoacapo editrice sono usciti, nel 2014, Campo lungo, (Premio Casentino) e, nel 2016, Gli occhiali di Sartre (Premio San Domenichino). Gli sono stati inoltre assegnati il Premio Montale e il Premio Luzi per l’inedito, il Premio Lerici-Pea sezione giovani, il Premio Gozzano.

Ivan Fedeli

da La meraviglia

(inediti)


(La mamma di Michelle)
FEDELI 01
La mamma di Michelle dà del tu a tutti
e chiama amore chi capita a tiro
prima di sparire in un sorriso.
Questione di nomi dice mentendo
un po’ tra le chiacchiere al bar e il silenzio
dei figli la sera. Di lei non sanno
l’idea di un mare più in là o il senso
di fatica delle nuvole a nord,
dove anche il cielo si abbassa di colpo
sui tetti e stagna allo sguardo. Vorrebbe
la vita lunga per sé e un sogno vero
che vinca la notte ogni tanto, giusto
per credere senza vergogna a un dio
buono. E veste alla meglio carezzando
la gonna che fa bene al cuore pensa
quando pensano a lei. Cose da nulla
mentre si specchia furtiva qua e là
per non dare nell’occhio, ma si piace
proprio come mamma l’ha fatta e mostra
le spalle finché si può. Poi si girano
in molti, quasi nel gesto ci fosse
un sentore di rivincita, senso
di appartenenza. Così l’esistenza,
la resistenza al mondo che si dà
per meraviglia qualche volta e in cambio
non ha nulla, le basta la realtà
di un giorno o che succede in giro, a turno.

(Il Gino)
FEDELI 02Dicono fosse un uomo buono il Gino,
la faccia anni cinquanta, il tono chiuso
nella voce discreta. Amava il mondo
e il caffè dei bar, quando anche un sorriso
fa sentire meno soli. Lo additavano
di corsa i bambini in giro chi qua
chi là pensandolo uno zio di tutti.
Ma era la città, la parte di fuori
quando parcheggiano di fretta e resta
nell’aria qualche cosa di incompiuto
tra le quattro frecce e l’idea di altre
terre più a sud. Così lui mentre apriva
lo sguardo immaginando il cielo e il bello
delle donne se chiacchierano un po’
e nessuno sa di loro. Lo credono
immortale da queste parti come
i viali alberati a maggio e ci ride
sopra bofonchiando che il paradiso
è già qui senza scomodare i santi.
Tira domani, cantando Guccini
ma piano, che la memoria non va,
poi aspetta il vento, la sua consistenza.
E cerca appiglio, radice che tenga.

(la felicità)
fedeli 03
L’Assunta sa di buono la mattina
quando pensa il mondo come un pezzo
di cielo. Poi spunta lo sguardo come
tutto fosse lì, nel caffè del bar
preso in tazza larga quasi ogni sorso
nascondesse un senso in sé. E s’accarezza
immaginando gli alberi d’estate.
Così è la purezza dice arrossendo
piano tra un saluto veloce e il giorno
che va tra una strada e l’altra. Si dà
alla vita allora, cercando il rosso
delle fragole laddove il grigio ha
sapore di cemento e non è favola
che tenga a dire ecco siamo qui. E aspetta
la sera quando sarà sorridendo
come fanno un po’ in giro, con l’occhio
sornione e l’idea che forse qui
o altrove anche la felicità arriva
basta in fondo riconoscerla un po’.


Ivan Fedeli (1964) insegna lettere e si occupa di didattica della scrittura. Ha pubblicato diversi percorsi poetici, tra cui Dialoghi a distanza in Sette poeti del Premio Montale (Crocetti), Virus ( ed. Dot.Com.Pres.), A bassa voce (Cfr. edizioni). Per i tipi di Puntoacapo editrice sono usciti, nel 2014, Campo lungo, (Premio Casentino) e, nel 2016, Gli occhiali di Sartre (Premio San Domenichino). Gli sono stati inoltre assegnati il Premio Montale e il Premio Luzi per l’inedito, il Premio Lerici-Pea sezione giovani, il Premio Gozzano.

Fotografia dell’autore estratta dal sito del Premio Gozzano