Giorgia Meriggi – Inediti

MERIGGIGiorgia Meriggi è nata a Milano nel 1966. Laureata in filosofia, con una tesi dal titolo “Corpo, ragione, passioni nei romanzi libertini di D.A.F. de Sade”, vive a Milano. Con Stampa Alternativa ha pubblicato nel 2012 Comizi d’amore, insieme a Paolo Pedote. Riparare il viola (Marco Saya Edizioni, 2017) è la sua prima raccolta monografica.

Giorgia Meriggi
Inediti

*

 

Io credo nello zero
bianco e tondo come un uovo
ma vuoto
non mi fido dell’uno
magro e nero
col profilo severo
di chi vuole primeggiare.
Per questo di notte guardo il fiume
all’alba sono una biglia d’oro
che rotola dal parapetto
e cade nella bocca
di una carpa.

Tutto ha sempre origine
da un diluvio
e il salvataggio
a opera di un pesce.
Quindi torno nella mia forma
seduta sulla panchina
con le foglie sotto i piedi,
non lo considero un prodigio.

Io
è un matrimonio
combinato
fra un breve tratto verticale
e il nulla circondato
da un capello.

*

I pesci non riconoscono la luna
credono sia una di loro
un grande bianco sì,
specie quelli dei fiumi
e degli stagni d’acqua dolce.
I pesci non dicono io
o deriva,
sott’acqua
la notte non esiste
quasi mai
e non ha un nome.
I pesci sanno che la luna più grassa
ogni tanto
depone le uova nelle ninfee:
le radici sospese
dei fiori
che non vedranno mai
sono corde lanciate per non naufragare.
Fuori dall’acqua le chiamano figli.

*

Pescare di notte
è un esercizio di precarietà
non si sa più niente
tutto è compromesso
sopra e sotto si cambiano di posto.
Per barche e pesci non fa differenza
noi non siamo così audaci
preferiamo la sicurezza dei rondò
e il rischio calcolato
delle aerostazioni.
Pescare di notte è anche la verità
assoluta
di ogni gesto e parola.
Non viviamo solo perché qualcosa
o qualcuno, prima o poi abbocchi
all’occhiolino del verme
che dispera
dai nostri ami?


 

Fotografia di proprietà dell’autrice.