Francesco Russo vive ad Aversa. Nel 2017 ha pubblicato “Poesia della ricucitura” per Terra d’Ulivi.
Francesco Russo – Inediti
In memoria di Aldo Musciacco
*
Il dono e la colpa vengono da un gesto:
il pane sta sul tavolo e azzimo o meno
spezzarlo fa lievitare il dolore del figlio.
Il bambino ascolti bene quello
che i padri sussurrano, quello
che gli alberi conservano inciso
sui tronchi. Dovrà morire
il padre, dovrà piangere
il tempo.
*
Tu mi hai annunciato la madre come
se io non fossi un uomo. Tu così
pensavi di placare il mio dolore?
Il fantasma attraversa anche l’otre
di bambù, le eliche di vetro: cogliere
un lembo del suo velo è tutto quanto
rimase nel cavo della mano.
Il fantasma attraversa anche il cuore.
*
Sapevi benissimo che sarebbe successo
perché tu sei un uomo e io sono un uomo.
È comica la sintassi, padre,
della natura. È comico
lo specchio delle prime cose,
il suo arrendersi felice.
E tu sapevi bene che potevo
arrivare fino a qui. Nel bosco
incenerito di chi nasce solo
dove a rimare si finisce solo
male.
Ad un certo punto viene
nel petto l’idea; un’esattezza
della pena. Certo
di lei rimane solo un segno
nella parola baciata. Di lei
rimane solo il rimare di una ninna
scavata nel sonno più sciamano.