Fleur Bourgonje – Traduzione dal neerlandese di Patrizia Filia

Fleur Bourgonje è nata nel 1946 nei Pasi Bassi. Nel 1968 è a Parigi e nel dicembre 1970 in Sud-America. Vive in Cile durante il governo di Salvador Allende e in seguito in Argentina, fino a quando anche in quel paese un colpo di stato militare mette termine al suo soggiorno. Nel dicembre 1976 si stabilisce in Venezuela. In quegli anni viaggia in tutto il Sud e Centro-America. Alla fine del 1980 ritorna in patria dove collabora con diverse riviste culturali e quotidiani. Il suo debutto letterario risale al 1985 con il romanzo Spoorloos. Di lei sono stati pubblicati in Olanda romanzi, novelle e poesie. La sua prosa e poetica, fortemente ispirate dai suoi viaggi e vissuti, intrecciano immagini liriche con sottili commenti sulla condizione umana. L’opera di Fleur Bourgonje è inedita in Italia.
Si vedano anche le note bibliografiche in diverse lingue sul sito della scrittrice: http://fleurbourgonje.nl/

 

Patrizia Filia, nata nel 1953 in Francia da genitori italiani, è regista teatrale, drammaturga, scrittrice e traduttrice. Vive e lavora in Olanda dal 1982, dopo aver trascorso vent’anni a Torino. Di lei sono stati pubblicati in Olanda il monologo Medea (1996); la raccolta poetica De schaduw van het park (2013); il dialogo Sapfo (2015); il ricordo In de Mokumse jaren (2016); la versione italiana del ricordo Negli anni di Mokum (2017). Nel 2018 sono uscite le edizioni bilingue dei florilegi De eenzamen/Il solitario con poesie di Jan Jacob Slauerhoff; Blues con poesie di Kees Klok. Nello stesso anno è uscito inoltre Il suo ciclo poetico Astarte, edizione bilingue di Kop leeg e Testa vuota, pubblicati rispettivamente nel 2015 e 2017.

Fleur Bourgonje
Inediti

Traduzione dal neerlandese di Patrizia Filia

*

Zoals een roofdier uithaalt
naar wie weerloos is, zo,
met hetzelfde krachtvertoon,
even onafwendbaar, heeft de storm
het huis van de grond losgerukt en
landinwaarts laten vallen.

De gebroken balken stutten evenmin
een huis als benen die door
een stokslag zijn verbrijzeld
het lichaam dragen.

Come un predatore si avventa
su chi è indifeso, così,
con lo stesso sfoggio di forza,
istante ineluttabile, la tempesta
ha sradicato la casa e l’ha
fatta crollare.

Travi spezzate reggono meno
una casa che gambe
fratturate da una bastonata
reggono il corpo.

*

Evenmin als armen die verlamd zijn van angst
een bal ontvangen of gooien,
een afscheidbrief posten, iemand
omhelzen – evenmin
omvatten gebroken kozijnen
een raam.

En een deur houdt op deur te zijn
als er geen muur is, geen dak meer
boven de plek waar wij samen-
lagen.

De storm heeft een kind
van de kust geslagen.

Così come braccia rigide dalla paura
non colgono una palla o la lanciano,
imbucano una lettera d’addio, cingono
qualcuno – così non
circoscrivono infissi rotti
una finestra.

E una porta smette di essere porta
se non c’è muro, non più un tetto
sul luogo dove noi insieme
giacevamo.

La tempesta ha strappato via
un bambino dalla costa.

*

Wij zijn niet langer wie we waren.
Wat we hadden opgebouwd, is in één gebaar
neergehaald; zoals een roofdier klauwt
naar het kleine.

We kijken om. Horen de woorden
die ons onvervangbaar maakten;
woorden alleen, klanken
die onze gedachten hebben gedragen.

De taal kapseist
in gevaar.

Non siamo più chi eravamo.
Ciò che costruimmo è, con una mossa,
abbattuto; come un predatore che artiglia
ciò che è piccolo.

Ci guardiamo intorno. Udiamo parole
che ci rendevano insostituibili;
solo parole, suoni
che sostenevano i nostri pensieri.

La lingua affonda
in pericolo.


 

 

Fotografia di proprietà dell’autrice.