Berenice Vázquez Romero – “Corazón butano”

Berenice Vázquez Romero

Berenice Vázquez Romero (aka  Violentta) Schmidt  Nasce nel 1981 a Ciudad Juárez, Messico, dove tutt’ora vive. Fuggita dalle aule di scuola, da anni è totalmente dedita al vizio dell’arte: disegno, composizione, pittura e poesia. Nel 1999 fonda la fanzine “Flema”. Ha frequentato diversi laboratori di letteratura tra i quali quelli con i professori: José Juan Aboytia, Jorge Humberto Chávez, Enrique Servín. Sue poesie sono state pubblicate su svariati media e dal quotidiano El Reto di Ciudad Juárez, dalla rivista digitale Ombligo e in riviste elettroniche o siti web di altri paesi tra i quali Parco Poesía. Ha partecipato a differenti edizioni del festival Encuentro de Escritores por Ciudad Juárez. Ha coordinato l’antologia multimedia ”Poesía del Norte de México” che copre tutta la zona della frontiera messicana con gli Stati Uniti su incarico del Centro Culturale Tina Modotti di Caracas. Lavora al progetto della pubblicazione di una silloge insieme allo scrittore e giornalista Ricardo Morales Lares, tradotta in diverse lingue. Fa parte del collettivo di poesia e narrativa “I figli di Sade” con il fine di promuovere la letteratura erotica negli spazi pubblici. 

Berenice Vázquez Romero

(inediti)

“Señora de los delirios y ramajes de miel
Señora del zacate y la penumbra
He aquí el alma indómita que me habita
Protégenos  No nos abandones.”
(Flora Calderón)

Ahí esta
puesto en la mesa
entre colillas de cigarro
mudo
esperando.
Cierro el ventanal
y afuera queda la noche obsidiana
aquí dentro
sólo un infinito “pssssss” lo inunda todo.
Tanquecito de metal negro
que brilla insolente
es mi corazón butano.
Prendo otro cigarro
y vaticino por fin
el fragor final
del horizonte en llamas.

“Signora dei deliri e rami di miele
Signora dell’erba e la penombra
Ecco qui l’anima indomita che mi abita
Proteggici Non ci abbandonare.”
(Flora Calderón)

È lì
messo sul tavolo
tra i mozziconi di sigaretta
muto
aspettando
Chiudo la finestra
e fuori resta la notte ossidiana
qui dentro
solo un infinito “pssssss” inonda tutto.
La piccola bombola di metallo nero
che brilla insolente
è il mio cuore butano.
Accendo un’altra sigaretta
e vaticino infine
il fragore finale
dell’orizzonte in fiamme

 

La Cucaracha Bar

Una luz opaca atraviesa la oquedad del candelabro,
rebosa sobre las mesas pardas, miente esclareciendo la penumbra.
De los muros  asoman fantasmas sin época;
a veces platican conmigo como viejos confidentes en la oscuridad.
Almizcla el salón olor a  mugre, licor, tabaco;
dulce  perfume que incita a saltar al abismo de la belleza.
El débil fulgor del día entra por los cristales de la puerta;
el amanecer escarlata sobre la madera de la barra.
Inacabables destellos mueren y resucitan por sus pisos y paredes
porque aquí todo tiene vida, aquí todo es bello,
tan bello como es lo torcido.

Il Bar Scarafaggio

Una luce opaca attraversa la cavità del candelabro,
si versa sui tavoli scuri, mente al rischiarare la penombra.
Dalle pareti s’affacciano fantasmi senza epoca;
a volta chiacchierano con me come vecchi confidenti nel buio.
Profuma la sala un odore di sudiciume, liquore, tabacco;
dolce profumo che spinge a lanciarsi nell’abisso della bellezza.
Il debole fulgore del giorno entra da vetri di una porta;
l’albeggiare scarlatto sul legno di un bancone.
Interminabili bagliori muoiono e resuscitano dai suoi pavimenti e pareti
perché qui tutto ha vita, qui tutto è bello,
così bello come è il contorto.

 

La espera

I

Veo por la ventana las horas derramarse lentas
penetrando las arenas de casa.
El fantasma de un tren aúlla a lo lejos,
irrumpe el sueño en el que por fin escapaba.

La madrugada, sombra desnuda
baila en medio del silencio;
la miro,
le recito un espejismo
y le regalo mi corazón sentenciado mientras vuelves.

II

Se posa en el umbral un cuervo,
abre y cierra el pico
en su aleteo de verso triste se desmorona.
Hurgo sus cenizas y encuentro mis alas

Ya no te espero
Abro la ventana y me echo a volar junto a los murmullos del mundo.

L’attesa

I

Vedo dalla finestra le ore versarsi lente
al penetrare le sabbie di casa.
Il fantasma di un treno urla lontano,
irrompe il sogno in cui finalmente scappavo.

l’alba, ombra nuda
balla in mezzo al silenzio;
la guardo,
le recito un miraggio
e le regalo il mio cuore condannato mentre torni.

II

Si posa sulla soglia un corvo,
apre e chiude il becco
nel suo batter d’ali di verso triste si sgretola.
Frugo le sue ceneri e incontro le mie ali

Oramai non ti aspetto
Apro la finestra e mi lancio a volare insieme ai mormorii del mondo.


Berenice Vázquez Romero (aka  Violentta) Schmidt  Nasce nel 1981 a Ciudad Juárez, Messico, dove tutt’ora vive. Fuggita dalle aule di scuola, da anni è totalmente dedita al vizio dell’arte: disegno, composizione, pittura e poesia. Nel 1999 fonda la fanzine “Flema”. Ha frequentato diversi laboratori di letteratura tra i quali quelli con i professori: José Juan Aboytia, Jorge Humberto Chávez, Enrique Servín. Sue poesie sono state pubblicate su svariati media e dal quotidiano El Reto di Ciudad Juárez, dalla rivista digitale Ombligo e in riviste elettroniche o siti web di altri paesi tra i quali Parco Poesía. Ha partecipato a differenti edizioni del festival Encuentro de Escritores por Ciudad Juárez. Ha coordinato l’antologia multimedia ”Poesía del Norte de México” che copre tutta la zona della frontiera messicana con gli Stati Uniti su incarico del Centro Culturale Tina Modotti di Caracas. Lavora al progetto della pubblicazione di una silloge insieme allo scrittore e giornalista Ricardo Morales Lares, tradotta in diverse lingue. Fa parte del collettivo di poesia e narrativa “I figli di Sade” con il fine di promuovere la letteratura erotica negli spazi pubblici.

Fotografia di prorpietà dell’autrice.

Antonio Nazzaro (Torino, 1963) è un giornalista, poeta e mediatore culturale italiano. Si è diplomato con la maturità classica al liceo Gioberti di Torino e ancora prima di terminare gli studi inizia a collaborare con i giornali L’Ora di Palermo, La Stampa di Torino, Stampa Sera e con l’ emittente televisiva Videouno. Negli anni da studente vengono pubblicate le sue prime poesie nell’antologia di testi poetici giovanili Il rinoceronte tra le nuvole Genesi editrice 1982. Trasferitosi in Messico si diploma presso l’UNAM Università Nazionale Autonoma del Messico come professore di lingua italiana per stranieri. Attualmente vive a Caracas dove è stato coordinatore didattico dell’Istituto Italiano di Cultura, assistente dell’attaché culturale in Venezuela e capo redattore de La Voce d’Italia.
Nel 2008 diventa coordinatore del Centro Culturale Tina Modotti con lo scopo di promuovere la cultura italiana e venezuelana attraverso varie forme di interscambio culturale. In quell’anno collabora alla realizzazione del “El Bar del tiempo” -organizzato con il poeta italiano Davide Rondoni- in cui un gruppo di 20 giovani artisti venezuelani ha trasformato in opere d’arte alcune sue poesie, opere poi presentate nel Museo di arte Contemporanea di Caracas accompagnate dalla lettura del poeta.
Nel 2010 ha adattato e messo in scena l’opera di videoteatro Pedro e il capitano di Mario Benedetti. In collaborazione con l’attore Ezio Falcomer ha creato una serie di vision book che, utilizzando un nuovo stile comunicativo di facile e rapida diffusione, incuriosiscono il fruitore al fine di destare il suo interesse nei confronti della letteratura e della video arte.
E’ del 2013 il libro in prosa poetica Odore a Torino-Caracas senza ritorno scritto e pubblicato in italiano e spagnolo dalla casa editrice Edizioni Arcoiris Salerno; le copertine e le illustrazioni che completano il testo sono opera dell’artista argentina Mariana De Marchi.
Da ottobre 2014 collabora alla redazione culturale della rivista web Agorà Magazine di cui è stato uno dei fondatori della redazione in Venezuela. Nel 2014 è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Festival Mondiale della Poesia di Caracas Nel 2015 è stato selezionato per rappresentare l’Italia al Festival del teatro di Caracas con l’opera di video teatro: ”Cronaca di un cronista urbano Pedro Lemebel”.