Beppe Salvia e Pietro Tripodo in “Prato pagano”

24 luglio 1993Eleonora Rimolo, Simona Bianco e Lucia Dell’Aia sono tre donne tra i sette relatori al seminario-convegno “Prato pagano. Il futuro nell’antico” che si svolgerà domani, lunedì 8 ottobre, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, per la chiusura (il 22 ottobre) della mostra “Prato pagano e la poesia degli anni Ottanta”. Eleonora Rimolo terrà una relazione su “Pietro Tripodo, un poeta filologo”, che ha pubblicato sulla seconda serie della rivista poesie e traduzioni, poi confluite nel suo primo libro “Altre visioni”. Di Tripodo si deve ancora capire il reale portato della sua opera, e di questo si parlerà in un prossimo convegno ideato e curato da Ines Morisani. Simona Bianco parlerà di “Un’opera a intarsio: i versi di Beppe Salvia in Prato pagano”, e in particolare delle due sillogi pubblicate quand’era ancora in vita sul primo “Prato pagano”, Lettere musive e cieli celesti. E Lucia Dell’Aia, a partire da Kore, ha elaborato una poetica scritto un intervento, “Dolci chicchi rubini”: la poesia mediterranea di Prato pagano”, che è, come lei stessa ha scritto, “una ricostruzione culturale di poetica a partire dalla suggestione mitologica del chicco di Kore nel contesto della cultura mediterranea”.

Pietro Tripodo

Da “Prato pagano” autunno 1986 inverno 1987 nn. 4-5

Da Amplitudine del sole

Pioggia estiva o nube, improvvido viene
Amore. Schianta le spume dei flutti
il tempo. I lampi abbagliano i cuccioli
ignari, se la furia è intempestiva.
Così è tale che muore, il desiderio.
Ora una vergine sorride, ora
che vecchio tremo del suo splendore.
Le galassie scaglia nel suo eterno,
schianta le spume dei suoi flutti il tempo.

Beppe Salvia

Da “Prato pagano”, n. 2 – 1980

Non luci non serene passioni di
nuda castità dimorano gli umani,
ma vagabonde mete ed improvvise
rauche voci come fosser nodi

d’un filo che circonda, perimetro,
la rete che pescano; refe, mite
artificio che sospirando filano
arcolai opachi come vetro,

e pur d’umane ammende è colma sfera
ogni speranza, lume nuovo vedo
nel filo nel vetro, dietro la vera
vita la sorte ch’e un sospetto, sete
appagata d’altra sete, serica
brezza che muove cespi dell’erica

minuta, tela c’ha perle rosee
luci serene occhi degli umani.

A sinistra una rara foto di Pietro Tripodo, scattata il 24 luglio 1993 a Civitella D’Agliano, ai lati Claudio Damiani e Gabriella Sica, al centro l’artista Bizhan Bassiri, i cui disegni compaiono su “Prato pagano”.