carlo molinaro

Ali Safar – da “Diario automatico” (traduzione di Caterina Pinto)

ALI SAFARAli Safar è un poeta per vari media siriani. Ha pubblicato sei raccolte di poesia e diretto numerosi documentari e programmi televisivi. Tra i rionoscimenti per la sua attività filmografica, il premio per la miglior regia nel 2008 al Festival del Cairo dei media arabi per il film Matmur tahta ghubar al-akharin (Sepolto sotto la polvere degli altri); è inoltre attivista, impegnato su diversi fronti della causa causa siriana. Attualmente vive a Istanbul. Questa è la prima traduzione italiana di sue poesie. 

Ali Safar
(inediti)
traduzione dall’arabo di Caterina Pinto 

 

DIARIO AUTOMATICO
Diario al margine dell’incendio siriano
2012-2013

Niente sopraffà di più di ciò che ti trovi a scrivere senza aver prima deciso il testo della tragedia…

ALI SAFAR 01275. (27.11.2012)

Scriverò una poesia sul tempo,
mi sono assopito alle quattro del mattino
e mi sono svegliato alle dieci.
Il mio inconscio teneva il conto
del numero delle esplosioni e delle bombe?
Quel che so è che il tempo è passato e forse si accumula
quel che non so per germogliare poco a poco
nel terreno dentro di me, dove nessun sole ripete
le albe e i tramonti, nessun vento cambia
con il susseguirsi delle ore.
Penso che le esplosioni e le bombe
spunteranno come muschio e come funghi.
Ogni giorno seguo le tracce del tempo
sui volti dei miei amici.
Non cerco qualcosa di naturale, perché dopo due anni
non ha più senso parlare di un tempo naturale qui.
Abbiamo preso tutti una capsula temporale enorme,
ma non abbiamo bevuto l’acqua dopo e ci si è bloccata
in gola e ognuno di noi sta provando
a deglutire a modo suo.
Sul volto di ciascun amico c’è un segno
o più d’uno, causato dal tempo siriano.
Scrivo di ogni persona che conosco?
Mi basta che dopo meno di un anno mi sia stato detto:
Ali, sei invecchiato di dieci anni in un colpo solo.
Ed eccomi dopo due anni, sono arrivato
ai sessanta, senza avere la mia parte di saggezza,
anzi, più folle di prima.
I volti dei miei amici mi fanno piangere, voglio
che siano belli e a prova del tempo, ma
abbandono l’idea e provo a organizzare
il tempo sul susseguirsi dei dettagli.
Vicino a me ci sono rumori di scontri,
a poca distanza un’esplosione e sulle nostre teste
passeranno le bombe.
Scriverò una poesia sul tempo,
se ne rimane un po’.

ALI SAFAR 02363. (22.5.2013)

Le parole a Damasco sono sul balcone al mattino
e nella polvere della strada,
sui volti dei passanti, nel dolore di chi aspetta
il venditore di pane, nei passi degli scolari
che si coprono le orecchie per non sentire i rumori
del bombardamento, il traffico dei veicoli al posto di blocco,
la felicità di chi è prossimo all’arrivo,
vedere i resti del mortaio che ci ha mancato, salvando
i pochi resti di una serata clandestina che è finita
prima di mezzanotte…
Le parole a Damasco concedono
allo straniero il rosario della sopravvivenza.
Le parole a Damasco mi fanno attraversare
il deserto come un cammello.
Le parole a Damasco sono l’origine della vita.

ALI SAFAR 03
377. (13.6.2013)

Sono già morto centomila volte
e non smetto.
Dio mio,
come mi lasci in vita?


Ali Safar
è un poeta per vari media siriani. Ha pubblicato sei raccolte di poesia e diretto numerosi documentari e programmi televisivi. Tra i rionoscimenti per la sua attività filmografica, il premio per la miglior regia nel 2008 al Festival del Cairo dei media arabi per il film Matmur tahta ghubar al-akharin (Sepolto sotto la polvere degli altri); è inoltre attivista, impegnato su diversi fronti della causa causa siriana. Attualmente vive a Istanbul. Questa è la prima traduzione italiana di sue poesie.

Fotografia di proprietà dell’autore

Caterina Pinto insegna lingua araba e traduzione all’Università degli studi “Aldo Moro” e presso la SSML Istituto Universitario Carlo Bo di Bari. È redattrice della rivista Arablit, semestrale di letteratura e cultura araba moderna e contemporanea. Esperta di Siria contemporanea, ha di recente co-curato per Mesogea  “Prima che parli il fucile. Omar Aziz e la rivoluzione siriana

 

è un poeta, regista e giornalista per vari media siriani. Ha pubblicato sei raccolte di poesia e diretto numerosi documentari e programmi televisivi. Tra i riconoscimenti per la sua attività filmografica, il premio per la miglior regia nel 2008 al Festival del Cairo dei media arabi per il film Matmur tahta ghubar al-akharin (Sepolto sotto la polvere degli altri). È anche attivista, impegnato su diversi fronti della causa siriana. Attualmente vive a Istanbul. Questa è la prima traduzione in italiano di sue poesie