Hezy Leskly – tre poesie

LESKY 01Hezy Leskly. Nato nel 1952 a Rehovot, da genitori di origine ceca sopravvissuti alla Shoah. Visse a lungo in Olanda per studiare danza e arte presso l’Open Academy of Art de L’Aja. Di ritorno in Israele si stabilì a Tel Aviv, dove iniziò a lavorare come critico per la danza in un settimanale della città e come coreografo. Nel 1986 pubblicò il suo primo volume di poesia, Ha-etzba (Il dito, Am Oved, 1986), cui nello spazio di non un lungo periodo seguirono Hibbur ve-Hissur (Più e meno, Am Oved, 1988) e soprattutto Ha-akbarim ve-Lea Goldberg (I topi e Lea Goldberg, Zmora Bitan, 1992), considerato il suo capolavoro. La quarta e ultima raccolta Sotim Yekarim (Cari pervertiti, Zmora Bitan, 1994), uscì postuma nel 1994, qualche mese dopo la sua morte avvenuta nello stesso anno e causata dall’Aids. Nel marzo 2009 è uscita la raccolta Beer Halav Be-emtza Ir (Un pozzo di latte in mezzo alla città), curata dal poeta Meir Wieseltier, che raccoglie l’opera omnia di Leskly, incluse le poesie giovanili e inedite. 

Hezy Leskly
(inediti)
traduzione dall’ebraico di Sara Ferrari


La redazione ringrazia Maya Gordon per il permesso alla riproduzione dei testi

 

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Labbra nuove

Le labbra erose da silenzio e linguaggio cercano di far intendere

che sull’altra riva del fiume rosso potremo localizzare (senza difficoltà evidenti) labbra nuove

fluttuanti tra fili d’erba, nel pomeriggio, come una coppia di sagge scialuppe verso la palma di una mano

colma d’acqua e di oro fino.

Dopo una parola il cui significato non è importante al momento,

le labbra abbandoneranno

il volto che affonda e gli oggetti

addentati. Domande e risposte che

sono domande non

passeranno più fra di esse:

qual è lo scopo del bicchiere posto

accanto all’animale di bronzo e al libro

tratto fuori dalla quiete muta per descrivere

i nostri peccati con un successo così scarso?

Qual è la profondità del corpo che indossa ed è indossato?

E il fiume, dov’è il fiume?

 

 

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L’ora dell’arpa che ammuffisce

            

La rapa1 rossa che ho cotto in forno

senza alcun talento

ammuffisce

in frigorifero.

Non la getto via,

benché non ci sia nulla di più facile.

Il tondo bruno, repellente, spalanca

i miei occhi ogni mattina.

Ne sono disgustato in una certa misura

e vado

per la mia strada.

 

(Nel titolo della poesia ho scritto per errore “arpa”

 

invece di “rapa”. Non lo cambierò. L’errore rimarrà)

 



[1] Il testo originale presenta un gioco di parole non riproducibile in modo letterale nella versione italiana.

 

 

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Io, a sei anni, mentre passeggio con i miei genitori in un pomeriggio di sabato

 

Mio padre, il martello incombente sul piatto,

mia madre, la serpe dell’amore,

e io, una bambina con il pene,

uscimmo a passeggiare lungo il sentiero

che avevo tracciato con la lingua.

Quando tentai

di mangiare dal piatto

posto alla fine del sentiero,

si abbatté il martello sulle dita della mia mano

sinistra,

e la serpe dell’amore con un sorriso comandò: “shpatziren  [1]!”

Passeggiammo tra boschi radi e strade principali,

passeggiammo lungo fonti d’acqua e miniere derelitte.

E quando volemmo riposare un poco su un divano sfondato

mangiammo

il dolce della festa

bevendo succo non genuino.

A volte non capitò alcun divano

sfondato,

allora proseguimmo oltre,

il naso sanguinante,

i nostri piedi a cancellare il sentiero

che avevo tracciato con la lingua,

la lingua del figlio che uccise i genitori

a ogni passo.

 



[1] “Camminare!”, in yiddish nel testo.

 


Hezy Leskly. Nato nel 1952 a Rehovot, da genitori di origine ceca sopravvissuti alla Shoah. Visse a lungo in Olanda per studiare danza e arte presso l’Open Academy of Art de L’Aja. Di ritorno in Israele si stabilì a Tel Aviv, dove iniziò a lavorare come critico per la danza in un settimanale della città e come coreografo. Nel 1986 pubblicò il suo primo volume di poesia, Ha-etzba (Il dito, Am Oved, 1986), cui nello spazio di non un lungo periodo seguirono Hibbur ve-Hissur (Più e meno, Am Oved, 1988) e soprattutto Ha-akbarim ve-Lea Goldberg (I topi e Lea Goldberg, Zmora Bitan, 1992), considerato il suo capolavoro. La quarta e ultima raccolta Sotim Yekarim (Cari pervertiti, Zmora Bitan, 1994), uscì postuma nel 1994, qualche mese dopo la sua morte avvenuta nello stesso anno e causata dall’Aids. Nel marzo 2009 è uscita la raccolta Beer Halav Be-emtza Ir (Un pozzo di latte in mezzo alla città), curata dal poeta Meir Wieseltier, che raccoglie l’opera omnia di Leskly, incluse le poesie giovanili e inedite.

Fotografia dell’autore tratta dal blog Truck

Sara Ferrari insegna Lingua e Cultura Ebraica presso l’Università degli Studi di Milano. Si occupa principalmente di letteratura ebraica moderna e contemporanea. Tra le sue pubblicazioni: Forte come la morte è l’amore. Tremila anni di poesia d’amore ebraica (Salomone Belforte Editore 2007); Yehuda Amichai, Nel giardino pubblico (A Oriente! 2008); La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica (Salomone Belforte Editore, 2010); Uri Orlev, Poesie scritte a tredici anni a Bergen-Belsen (Editrice La Giuntina, 2013).

 

 

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